Intervista a @florosco.art - L'ambito dell'illustrazione per bambini.

Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto: qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

F: Buongiorno! Mi chiamo Florencia e vivo a Brescia. Potete trovarmi su Instagram come “florosco.art”; ho cambiato profilo recentemente, in occasione del Bologna Children’s Book Fair, volendo sottolineare con più attenzione la mia nuova dedizione alle illustrazioni per l’infanzia. 

Potrei dire che il mio stile artistico rispecchi piuttosto fedelmente la mia personalità! Lo considero molto accogliente, calmante e quasi “morbido”, si è sviluppato molto negli anni e posso dire che ora come ora facilita l’approccio all’arte da parte dei più piccoli. Mi piace molto che riesca a far trasparire le emozioni dei personaggi presenti, tramite la sottigliezza delle espressioni e la vivacità dei sentimenti illustrati. Il mio intento è sempre quello di raccontare una storia, e penso che l’utilizzo dei colori e delle luci per costruire l’atmosfera sia uno dei metodi più efficaci per creare una narrazione; aggiungendo sottotoni ed elementi diversi si possono raggiungere risultati veramente meravigliosi. Devo ammettere che l’anatomia e la prospettiva non sono il mio forte, ma sono molto soddisfatta del punto a cui sono al momento! Per esempio, una delle mie illustrazioni più apprezzate dagli editori raffigura una ragazza mentre cucina della marmellata, e mi è stato detto più volte di come sia efficace a trasmettere un ambiente e dei sentimenti molto avvolgenti.

Per quanto riguarda i tecnicismi, invece, il mio medium più utilizzato è il digitale, imitando le tecniche del gouache e della matita.  

 

Y: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Inoltre, com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?

F: Fino alla seconda media ero assolutamente una frana nel disegno! Mi sono appassionata all’ambito dopo essermi imbattuta in un edit del manga “elettroshock daisy”; ho cominciato a leggerlo e ho visto quanto una certa espressione della protagonista mi avesse colpita. Ho deciso di ridisegnare la scena, e da lì mi sono avvicinata molto all’universo dei manga e al mondo dell’arte, in generale.

L’anno seguente ho chiesto a mio padre di comprare uno scanner per poter scannerizzare i disegni e colorarli su Photoshop, ma lui fece il passo successivo e mi regalò direttamente una tavoletta grafica. In sostanza, ho cominciato con il digitale fin da subito! Crescendo, ho continuato a disegnare e lentamente è nato il desiderio di fare la fumettista in futuro. 

Ad essere sincera, ho cominciato ad addentrarmi nel mondo della Concept Art a seguito di alcune considerazioni da parte dei miei genitori; pensavano che sarebbe stato piuttosto complesso trovare lavoro nel mondo del manga in Italia. Gradualmente, ho comunque compreso che l’ambiente della Concept Art non faceva per me: lo considero abbastanza impersonale. Purtroppo ho vissuto esperienze nell’ambito, in cui la maggior parte dei professionisti a capo tendevano ad essere piuttosto negativi e poco propositivi nei confronti del futuro. Io preferisco un genere di ambiente diverso, apprezzo moltissimo il teamwork e la possibilità di mandare un messaggio tramite le illustrazioni che creo.

Per quanto riguarda il panorama dell’arte nel territorio in cui vivo, mi sento di dover fare una premessa. Sono originariamente argentina e la carriera artistica nella mia famiglia è sempre stata vista molto bene! Tra i miei antenati sono presenti una scultrice ed un pittore che hanno vissuto vite piene di arte, poesia e orgoglio. I miei genitori lavoravano entrambi in ambiti simili: mia madre era editrice di libri e giornalista, e mio padre grafico, hanno sempre avuto moltissimi collegamenti con altri professionisti dell’ambiente. Detto questo, la situazione non è esattamente così in tutta l’Argentina, purtroppo le carriere artistiche vengono viste come qui in Italia: non sono mai niente di serio a meno che si lavori in ambiti “moderni”, come fotografia, insegnamento o editoria.

 

Y: Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro? A che livello ti considereresti ora come ora? 

F: Ho frequentato un Liceo Artistico, specializzandomi in arti visive e multimediali. Durante il periodo scolastico ho anche avuto occasione di  fare uno stage come fotografa per una fiera! 

Successivamente mi sono spostata in Giappone per un mese, frequentando un corso di manga; per continuare gli studi, una volta tornata in Italia mi sono iscritta all’Accademia Europea di Manga in Toscana. Terminata l’Accademia ho preso un Master in Concept Art alla scuola Big Rock in Veneto, purtroppo durante il periodo della pandemia.

Per quanto riguarda il livello a cui mi considero ora come ora, posso dire di definirmi ad un punto “Intermedio”, puntando al professionale; penso di essere in possesso di tutte le basi, capisco l’ambiente e ciò che viene richiesto, ma ritengo di aver bisogno di più esempi su come funziona completamente il mondo professionale.

 

Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

F: Fino a quando studiavo, l’arte ha sempre avuto un impatto positivo sulla mia vita, sia all’interno di ambiti educativi che non. Per esempio, giocare a Dungeons & Dragons mi motivava moltissimo a creare e disegnare i personaggi e le scene nate durante il gioco. Purtroppo, nel momento in cui sono entrata nell’ambiente professionale la situazione è cambiata: è diventato tutto molto più soffocante, mi sentivo male perché sapevo di dover disegnare sempre di più, ma non riuscivo a farlo, cadendo quindi in un circolo vizioso di sensi di colpa e responsabilità. Fortunatamente, ora come ora mi trovo in una situazione migliore, disegnare mi fa sentire bene e riesco di nuovo a vedere il lato positivo nel processo creativo. Mi sono resa conto di quanto sia fondamentale trovare un equilibrio, e soprattutto, di come sia importante avere degli esempi da seguire, anche quando si tratta di esperienze negative. Durante uno dei periodi più pesanti che ho vissuto mi sono imbattuta nel Patreon di due artisti che seguo e ammiro moltissimo, e devo dire che leggere i loro trascorsi e i loro metodi per stare meglio mi ha aiutato a rimettermi in piedi e andare avanti.

 

Y: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? Nel caso non fosse così, è un obiettivo che hai o meno?

F: Non proprio.

Mi spiego meglio, al momento lavoro per una cooperativa dedicata alla promozione culturale in ambito letterario, sono spesso a stretto contatto con i bambini, leggo per loro e faccio del mio meglio per far si che si possano approcciare al mondo della letteratura con i propri tempi e desideri. È una professione che svolgo da relativamente poco, l’anno scorso me la cavavo con alcuni lavori di grafica, ma erano più sporadici che altro. Ho avuto anche modo di affinare le mie capacità di videoediting per alcune prestazioni occasionali, ma diciamo che non era la mia strada.

Quest’anno ho avuto occasione di partecipare al Bologna Children's Book Fair, dove ho avuto modo di parlare con editori e manager dell’ambiente; mi hanno addirittura detto che sarei pronta per illustrare un libro per bambini!

Tornando alla domanda, quindi, sono costretta a dire che ora come ora non mi trovo nella condizione di poter vivere solo della mia arte. Penso che sia veramente difficile entrare a pieno nell’ambiente, e a causa della numerosa concorrenza, è ancora più complesso trovare lavoro. Ci si deve trovare nel posto giusto al momento giusto.

In futuro spero di raggiungere il punto in cui potrò lavorare principalmente nell’ambiente artistico, tenendo l’impiego in cooperativa come side-job!

 

Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

F: Al momento utilizzo Instagram, ArtStation e Behance; e nessuna delle tre effettivamente funziona come dovrebbe. Instagram dovrebbe dare meno importanza ai reel e fare in modo di agevolare veramente i creators; e per quanto riguarda ArtStation sarebbe meglio se si rimuovesse la possibilità di pubblicare artwork generati da Intelligenze Artificiali, altrimenti è un caso perso. Behance, invece, essendo che lo utilizzo principalmente come portfolio, penso che possa funzionare così com’è.

Di recente ho ascoltato un podcast che parla esattamente di questo argomento, e dicevano che quando si tratta di un’eventuale piattaforma dedicata esclusivamente all’arte digitale si può dire che il suo successo dipenda molto dal suo scopo. Se venisse utilizzata per il puro piacere di condividere l’arte potrebbe anche funzionare, altrimenti no. Essendo popolata e utilizzata da utenti che sono principalmente artisti non si avrebbe modo di instaurare alcun tipo di rapporto lavorativo.

 

Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

F: Più o meno. Anni fa ho fatto un disegno partendo da una fotografia scattata da due cosplayer, chiedendo loro il permesso. Tempo dopo mi è stata chiesta l’autorizzazione di utilizzare l’immagine all’interno di un edit, ma l’utente ha accreditato solo me e non i cosplayer originali, quindi l’intera sezione dei commenti si è rivoltata contro di me. Purtroppo non avevo pensato di sottolineare chi erano i creatori originali della posa e della composizione, quindi la situazione si è evoluta così.

 

Y: Hai mai avuto esperienze nell’ambito di arte rubata? Come hai affrontato la situazione? Sulla stessa lunghezza d’onda, ti è mai successo che qualcuno ripostasse i tuoi lavori e li spacciasse per suoi? In caso di contatto con questa persona, com’è stato il suo comportamento a riguardo?

F: Fortunatamente non ho molte esperienze nell’ambito. Non mi è mai stato rubato un disegno e nessuno mi ha mai copiato, che io sappia. Ho vissuto un periodo di panico in cui mettevo le mie firme ovunque, avevo il terrore che qualche mio disegno finisse su uno di quei profili che reposta fanart prese a caso, scrivendo “artist unknown” e basta. Inoltre, postavo moltissimo su Tumblr, e purtroppo è un po’ complesso comprendere visivamente chi sia il proprietario originale dei post, quindi mi è capitato spesso che molte persone riconoscessero il mio stile e i miei lavori, ma senza conoscere il mio nome.

 

Y: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

F: Diciamo che ho lavorato a stretto contatto con l’ambito, a mia insaputa. Tempo fa ho partecipato ad un progetto organizzato da terzi, senza essere a conoscenza del fine di quest’ultimo. In sostanza, si trattava di un progetto creativo che avrebbe successivamente dovuto partecipare ad un concorso di NFT, abbiamo addirittura vinto, ma nel momento in cui ho scoperto che ciò che producevo sarebbe stato utilizzato all’interno di quell’ambiente ho deciso di rimuovermi dalla situazione.

 

Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

F: Vorrei davvero che ci fossero più risorse per capire meglio l’Intelligenza Artificiale. Penso che sia essenziale dare spiegazioni chiare ai nuovi artisti, e spiegare alle persone prominenti del mondo artistico il motivo per cui l’AI è potenzialmente negativa per l’ambiente. Purtroppo quest’ultimo è già saturo di negatività e competizione, questa situazione potrebbe far traboccare il vaso. Inoltre, è fondamentale dare spazio alla Mental Health Awareness, ricordare agli artisti di prendersi cura di se stessi e trasmettere un po’ di positività; non si può vivere pensando che se non sei una macchina da disegno non sei un artista “vero”. Penso che questo cambiamento potrebbe avvenire appena i professionisti, gli insegnanti e, diciamo, gli “adulti” del settore si rendono conto del peso delle loro parole sulle menti degli artisti emergenti. 

Ci tengo a precisare che l’IA, presa al di fuori della situazione menzionata, non è uno strumento malvagio. Se fosse addestrata e utilizzata in modo etico potrebbe veramente rivoluzionare il mondo dell’arte, ma positivamente!

 

Ringraziamo moltissimo Flor per aver partecipato all'intervista con noi, e speriamo che le sue parole vi abbiano raggiunto nel profondo! Ricordatevi sempre di non perdere le speranze e di prendervi cura della vostra salute mentale, oltre che fisica.

Per qualsiasi quesito riguardante la Tutela della Creatività, il Team di Rights Chain è a vostra disposizione!

Yako

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.