Intervista a Talita Lily - Fumettista e Mangaka italiana

YP: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto: qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

T: Ciao! Io sono Talita, sono un’artista di Cuneo, ma ho vissuto a lungo a Milano per poi trasferirmi a Genova. Il mio stile artistico ha attraversato varie fasi, sebbene fino ai 14 anni non avessi mai neanche pensato di disegnare. Entrambi i miei genitori hanno sempre avuto a che fare con l’ambiente artistico, mia madre fa la casalinga ma ha illustrato un libro per bambini, disegnando moltissimo anche nel proprio tempo libero; mio padre faceva il “madonnaro” insieme a lei, organizzando eventi nelle piazze in cui disegnare iconografie religiose con i gessetti, sul pavimento - io addirittura ero repulsa dai manga. Diciamo che mi è arrivata “la chiamata del signore” quando ho visto un episodio di Naruto in televisione, scoprendo l’esistenza delle fumetterie e cominciando a copiare lo stile estetico proprio di Naruto; che poi è stato sostituito da quello di Shaman King, una volta entrata nel mondo degli anime. Si può dire che il mio stile sia formato dall’estetica di tutti gli anime e i manga che ho letto fino ad ora, prendendo spunto un po’ da uno e un po’ dall’altro.

 

YP: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Inoltre, com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?

T: Devo ammettere che sono sempre stata una grandissima fan del tradizionale, ho cominciato a disegnare digitalmente solo due anni fa. Il cambiamento è avvenuto a causa della necessità di produrre molte copie della stessa opera; ma non nego che passare alla tavoletta grafica sia stato una sorta di lutto, fu veramente faticoso personalmente. 

L’esperienza che ho avuto nel panorama artistico cambia molto in base alla città che si prende in considerazione. A Cuneo regnava il bigottismo, “i manga non hanno futuro” e non c’era modo di far cambiare idea a nessuno; a Milano la situazione fu estremamente diversa, mi si è aperto un mondo quando mi ci sono trasferita intorno ai 21 anni. Lavoravo come cameriera e vedevo sempre i clienti del posto sprizzare di energia creativa, spesso erano dipendenti di compagnie in ambiti creativi (pubblicità, videogames), e questo loro atteggiamento mi ispirava a tal punto da darmi la voglia di disegnare una volta tornata da una giornata di lavoro. Per quanto riguarda Genova, posso affermare che sia una città un po’ più “vecchia” di Milano, non sono presenti molte iniziative creative a cui partecipare, non ci sono stimoli.

 

YP: Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro? A che livello ti considereresti ora come ora? 

T: Stavo frequentando il liceo musicale quando ricevetti “la chiamata del signore” che ho nominato prima, e mi chiesi che cosa stessi effettivamente facendo della mia vita. Cambiai liceo e mi iscrissi all’artistico, seguendo dei corsi estivi all’Accademia Europea di Manga in vista dell’anno accademico a cui volevo partecipare dopo il diploma. 

A 18 anni ho cominciato direttamente a insegnare proprio per l’Accademia, e sono ormai 12 anni che proseguo con questa professione, insegnando tramite corsi online. Nel 2020 ho finalmente pubblicato il mio fumetto “Zara” (con Shockdom), la cui idea risaliva al 2016. 

 

YP: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

T: In un modo o nell’altro l’arte è sempre stata parte integrante della mia vita, che fosse per via dei miei genitori, della scuola o della mia attitudine personale - c’è sempre stata. Ora come ora, è letteralmente la base della professione che svolgo, quindi posso dire sicuramente che ha avuto riscontri molto profondi sulla mia vita. Personalmente mi considero principiante da sempre e mi considererò principiante per sempre, sebbene la società tenda ora a vedermi come professionista.

 

YP: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? Nel caso non fosse così, è un obiettivo che hai o meno?

T: A seguito di una svolta positiva dell’ultimo periodo posso dire di sì! Con il primo fumetto pubblicato non guadagnavo molto, ma di recente ho avuto modo di collaborare con terze parti al di fuori dell’Italia e il progetto sta fruttando molto bene. Siamo in uno stadio avanzato della collaborazione, e fortunatamente mi sta aiutando molto economicamente. Devo ammettere che il progetto pare abbia preso piede proprio perché non viene pubblicato in Italia. Il grande problema che affrontano la maggior parte degli artisti italiani di manga è solo uno: il pubblico italiano non è pronto, non è nell’ottica, per sostenere mangaka e fumettisti italiani. All’inizio chiunque volesse produrre un manga veniva fermato sul nascere o preso in giro, insultato, in quanto qualsiasi progetto non giapponese veniva visto come “scimmiottamento del manga” - è ovvio che lo stile artistico di autori italiani non sia come quello giapponese, la loro concezione di manga fa parte della cultura generale di qualsiasi membro di qualsiasi età; in Italia il voler essere un artista è ancora visto come una causa persa. In realtà, se solo si desse una possibilità a tutti gli autori italiani che si stanno cimentando nella produzione di manga, si vedrebbe chiaramente che la fusione degli stili presi in considerazione può creare qualcosa di veramente magico. In Giappone l’elemento più importante di un manga è la trama, non il disegno, mentre in Italia è il contrario - a causa di questa preferenza, moltissime case editrici e molti lettori tendono ad ignorare o sminuire vari progetti, senza neanche dare una possibilità all’autore di raccontare la propria storia. Non si dà fiducia ad un progetto se non è esteticamente perfetto fin dall’inizio.

 

YP: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

T: Pubblico veramente pochissimo, ad essere sincera, e utilizzo solo Instagram. Non ho mai avuto Deviantart o ArtStation, anche se ultimamente sto riconsiderando l’idea di aprire un account su una delle due piattaforme. Non penso che un social network solo per artisti digitali avrebbe molto successo - serve un pubblico più vario, altrimenti la piattaforma non ha speranze di rimanere.

 

YP: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

T: Redbubble mi fa infuriare ogni giorno di più. Tendo a caricare fanart di personaggi e fandom che interessano a me, e puntualmente qualcuno segnala le mie opere per violazione del copyright, facendo in modo che la piattaforma le rimuova dai design disponibili per l’acquisto. Al contrario, tutti i design raffiguranti letteralmente screenshots di anime non vengono mai rimossi.

Inoltre, mi è capitato di imbattermi in questioni di copyright a seguito di alcune commissioni svolte su Fiverr, in cui tendo ad unire personaggi di serie diverse in una stessa illustrazione. La cosa non è mai stata approfondita, però.

 

YP: Hai mai avuto esperienze nell’ambito di arte rubata? Come hai affrontato la situazione? Sulla stessa lunghezza d’onda, ti è mai successo che qualcuno ripostasse i tuoi lavori e li spacciasse per suoi? In caso di contatto con questa persona, com’è stato il suo comportamento a riguardo?

T: Mi è stato rubato un disegno e sono stata avvisata dai miei seguaci, scoprendo poi che il colpevole era un negozio spagnolo che vendeva il disegno applicato a cover del telefono, maglie e prodotti simili. Li ho contattati senza ricevere risposta, ciononostante ho visto che successivamente hanno rimosso il disegno dai design disponibili.

La situazione all’interno delle fiere è assolutamente vergognosa: tutti gli stand vendono merchandise raffigurante artworks e opere rubate, senza alcun tipo di credito all’artista originale. 

 

YP: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

T: Sinceramente, devo ammettere di non sapere molto a riguardo. Fino ad ora sono riuscita ad evitare notizie e proposte riguardanti gli NFT, e la situazione è molto simile anche per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

 

YP: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

T: Ora come ora vorrei davvero che la professione dell’artista non fosse così elitista come si è sviluppata nell’ultimo periodo. Alcuni settori in ambito artistico ottengono molto più riconoscimento e più possibilità rispetto ad altri, lasciando molti artisti ad annaspare per ottenere dei lavori ed un qualche tipo di sostentamento. L’ideale sarebbe il raggiungimento di uno sviluppo generale all’interno di tutti gli ambiti.

 

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.