Intervista con Crimson @destiny_rahl - Illustratrice e Scrittrice dal gusto estetico etereo.

Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto, qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

C: Buongiorno! Prima di tutto mi presento: mi chiamo Crimson, vivo in periferia di Torino e ho 26 anni. Al momento disegno principalmente in digitale!

Durante gli anni del liceo mi sono soffermata sul tradizionale, dato che il massimo della tecnologia al tempo era rappresentato dalle tavolette grafiche Intuos Manga. Una volta finito il percorso liceale ho vissuto in prima persona la sensazione dell'amore a prima vista, scoprendo l’esistenza delle tavolette Cintiq e delle prestazioni dell’iPad. Di conseguenza, la mia attenzione si è spostata verso l’arte digitale e ho “abbandonato” il tradizionale; devo dire che mi dispiace molto averlo perso. Per un lungo periodo scolastico avevo anche avuto modo di studiare dipinto e scultura, ed erano argomenti che mi appassionavano, ma l’idea di un’eventuale situazione professionale futura mi ha spinto verso media diversi: se avessi continuato a studiare arti tradizionali mi sarei trovata in difficoltà nel trovare un lavoro con introiti abbastanza solidi per mantenermi. All’interno del mio paesino c’è una fortissima cultura della ceramica, il che significa che se mi fossi concentrata sull’arte di quest’ultima avrei sicuramente trovato un impiego, ma penso sarebbe stato piuttosto limitante rimanere lì.

Per quanto riguarda il mio stile artistico, posso dirvi che è partito dall’idea del “voglio fare i manga” di quando avevo 12 anni - crescendo, il mio interesse è cambiato e mi sono volontariamente allontanata dall'ambito. ho avuto modo di modificare il mio stile di conseguenza. Negli ultimi due anni, infatti, ho sviluppato il mio stile verso il “semi-realistico” fantasy e ho approfondito il gusto estetico che caratterizza ciò che creo. Mi ispiro molto alle figure eteree delle opere d’arte classica dei secoli scorsi, e devo ammettere che mi capita spesso di perdere ore solo per disegnare il merletto preciso che ho in mente.

Al momento disegno principalmente su Procreate quando si tratta di commissioni per privati che posso riuscire a svolgere in una settimana o due, mentre per i progetti più sostanziosi preferisco utilizzare Photoshop.

Come hobby personale, nel tempo libero mi piace scrivere. Al momento spero di riuscire a pubblicare due romanzi che sto portando avanti da qualche anno, ho anche pensato di disegnare le mie stesse copertine! È un progetto a cui tengo molto, ho addirittura due tatuaggi a riguardo.

Uno dei due è un romanzo storico ambientato nel 1800 in Francia, devo ammettere che la parte di ricerca è stata piuttosto soddisfacente, sebbene abbastanza complessa. La storia è un mix di elementi di attualità, ma ambientati in un’epoca antica: il protagonista è un ragazzo con delle grosse difficoltà nell’accettare sé stesso, essendo nato in un villaggio molto povero e avendo una bellezza androgina è sempre stato oggetto di scherno -  Il protagonista raggiunge, in sostanza, un livello di neutralità estetica che all'epoca non era neanche lontanamente pensata possibile. Da quest’introduzione idilliaca si scende successivamente nel “drama” vero proprio e in una serie di eventi nefasti; c’è una violenza esercitata sul protagonista piuttosto esplicita, l’argomento della sessualità viene profondamente analizzato. Non nego che sia un libro crudo, non ho voluto trattenermi nel descrivere l’ignoranza delle persone nei villaggi e la frivolezza dei nobili. Mi sono ispirata molto al fumetto di Innocent, sia per quanto riguarda la scrittura che per quanto riguarda l’estetica e il disegno.

 

Y: Com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?

A: Il paesino da cui provengo, Castellamonte, è caratterizzato da una fortissima cultura della ceramica. Di conseguenza, è presente un profondo rispetto per la figura del ceramista che si occupa di modellare la creta per produrre piatti, stufe e oggettistica fatta a mano. Si può dire ormai che i colori scelti, come il giallo, il blu e il rosso della creta non trattata, siano i simboli distintivi del paese. Il liceo che frequentavo aveva addirittura un indirizzo dedicato alla ceramica! (Io, però, mi sono iscritta al dipartimento di grafica).

Per quanto riguarda la visione dell’arte posso dire che viene, comprensibilmente, vista molto bene; bensì tutti si aspettino che i giovani diventino ceramisti, e non artisti di altro genere. Pure gli anziani del paese invitano i giovani a perseguire percorsi artistici!

La situazione è cambiata molto quando sono andata a Torino, con l’intenzione di iscrivermi all’università. Mi è sembrato di trovarmi davanti ad un muro: l’arte presente in città era completamente diversa da ciò a cui ero abituata. Ho visto come tutto ciò di articolato e barocco viene lasciato esclusivamente all’architettura, il resto è molto più semplice e diretto - in sostanza, l’arte contemporanea si addice perfettamente al gusto estetico della città. Di fronte a questa situazione ho preso delle decisioni sbagliate, non lo nego. Per anni ho snaturato la mia arte sperando di trovare in futuro un lavoro che mi pagasse uno stipendio adatto ad una vita degna, ma in realtà stavo solo disintegrando i miei sogni. Ho deciso, quindi, di seguire corsi specializzati per il tipo di arte che mi interessava veramente: illustrazione ed editoria. Volevo, e voglio tutt’ora, entrare all’interno del mondo dell’arte e della scrittura in contemporanea. 

Per quanto riguarda la situazione familiare, devo dire che i miei genitori mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato senza riserve. Mia madre, all’inizio, mi aveva fatto notare di come la cosa fosse abbastanza tosta da accettare, ma non perché la professione non andasse bene, bensì perché l’inserimento nel mondo del lavoro sarebbe molto più complesso e avrei potuto ricevere troppe porte in faccia.

 

Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

C: Secondo me, l’arte si basa su un concetto preciso: se prendi un singolo individuo e gli dai la capacità di creare arte, questa sua capacità diventerà sempre una lama a doppio taglio. Mi capita, a volte, di definire questa ossessione per l’arte come una sorta di tarlo nel cervello - lo possiedi e ti permette di creare qualcosa di più rispetto ad altri, ma in un modo o nell’altro deve essere sempre soddisfatto, va perennemente saziata la sua fame. Personalmente, se passo qualche giorno senza disegnare comincio ad essere consumata dai sensi di colpa e la mia mente si concentra sulle solite frasi: “veramente non lo stai facendo?”, “già guadagni di meno di altri, non cazzeggiare”, “guarda che poi ti dimentichi” - all’inizio era una situazione estremamente pesante.

Devo dire che sono una testa dura, e ammetto di non essere mai riuscita ad aprirmi con uno psicologo; ho dovuto intraprendere un percorso di healing personale per potermi riprendere da quell’orribile situazione. 

Crescendo, ho cominciato a costruire escamotage per ingannare la mia mente. Se non me la sentivo di disegnare, mi spingevo a fare qualcosa di più leggero che mi rendesse comunque produttiva e che fosse meno stressante - il problema è che questo genere di routine non funziona a lungo termine, manderebbe chiunque in burnout.

Detto ciò, sono sempre felice quando creo e quando condivido qualcosa che ho ideato io, e questo è uno degli aspetti più importanti dell’essere un artista. Allo stesso tempo, però, divento ipercritica e non sono mai soddisfatta al 100%. Questo pensiero, per quanto stressante, è ciò che mi motiva nel provare sempre a migliorare, a fare qualcosa di nuovo, ad aggiornarmi e a sperimentare.

 

Y: La tua arte ti permette di sostenerti economicamente? 

C:  Si, ma ammetto che sarebbe molto più complesso mantenermi economicamente se non avessi una famiglia alle spalle che mi sostiene nei momenti critici, e che è sempre disponibile a darmi una mano anche in campo artistico (a procurare materiali, per esempio). 

Diciamo che riesco a mantenermi per il 70% del tempo, ma dipende molto dalle entrate di mese in mese, dettate solitamente dalle fiere e dalle commissioni. Per arrivare ad uno stipendio “normale” sono costretta a prendere 4/5 illustrazioni mensili, quindi può capitare che non riesca a rispettare i tempi concordati - fortunatamente, i miei clienti sono sempre estremamente comprensivi! Sono veramente dei santi, e ne sono eternamente grata.

Per arrotondare mi occupo di grafica, dato che sono tecnicamente prima un Graphic Designer e poi un'Illustratrice; in sostanza, mi occupo di arte sotto molti aspetti diversi.

 

Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo? Pensi che una nuova piattaforma riguardante solo l’arte digitale potrebbe essere utile?

C: Il Social che utilizzo di più è sicuramente Instagram, è quello che uso da più tempo e nonostante i suoi bug e i problemi di reach, è quello che mi porta più visibilità e clienti. Quando ero alla Scuola di Comics una professoressa ci aveva consigliato di creare un account su Twitter, quindi mi sono iscritta e ho tentato di mantenerlo attivo. Sinceramente, mi trovo in difficoltà per quanto riguarda le interazioni: funzionano molto bene le opere di fanart, mentre gli original characters sembrano attrarre poca attenzione. Personalmente, ritengo che sia IG che Twitter debbano essere sistemate - soprattutto Instagram, moltissimi utenti stanno perdendo i propri profili, alcuni vengono direttamente rubati mentre altri spariscono. Il rischio di truffe gravi è grandissimo, capita addirittura che vengano rubati gli account di Paypal tramite siti di terze parti.

A breve aprirò Tiktok, anche se non nego di essere un po’ spaventata da questo social. Essendo che l'utente medio è rappresentato da ragazzi giovani esiste sempre il problema del “drama” - è rischioso esprimere qualsiasi tipo di opinione, potrebbe essere fraintesa o vista come controversa. Ogni tanto i teenager mi spaventano.

Generalmente, molti social media tendono ad esistere per puro intrattenimento e, di conseguenza, sono pieni di profili dedicati agli argomenti più disparati. Sarebbe l’ideale se esistesse un social che divide i profili in ambiti diversi, che suddivide cerchie di persone all’interno di settori diversi. Le piattaforme odierne potrebbero funzionare meglio se avessero una suddivisione migliore, ma sembra che l’organizzazione sia completamente mancante - probabilmente neanche Elon Musk sa cosa sta facendo.

 

Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

C:  Ho una storia divertente da raccontarvi.

Tecnicamente no, fino ad ora non ho avuto problemi riguardanti il Copyright - per quanto riguarda l’arte. Mi è capitato, però, che mi rubassero delle fotografie - un ragazzo francese aveva deciso che la mia faccia sarebbe stata adatta per rimorchiare, quindi ha prontamente rubato delle mie foto e le ha utilizzate su Facebook e Twitter, creandosi nuovi account da utilizzare per interagire con il mondo di Internet. L’ho scoperto grazie ad alcuni messaggi ricevuti da terze parti; per di più, era addirittura entrato nel mio canale Telegram. 

In ambito artistico, il massimo che ha fatto è stato utilizzare una delle mie opere come copertina di Facebook.

 

Y: Qual’è la tua opinione sugli NFT e sul loro impatto sul mondo dell’arte digitale? Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

C: Prima di tutto, devo confessare la mia ignoranza riguardante l’ambito degli NFT; posso dire, però, che da quel poco che ho compreso la mia opinione è generalmente negativa. Non ho mai avuto modo di comprendere a pieno in cosa consistesse questa innovazione e a cosa servisse, ammetto quindi che il mio pensiero è fondato più sull’opinione altrui che su esperienze personali. Immagino comunque che, se molte persone non sono entusiaste degli NFT, un motivo ci sia.

Per quanto riguarda le IA, la mia risposta è sicuramente un no. Sono completamente sfavorevole all’utilizzo delle opere di altri per creare qualcosa di proprio, la ritengo una grave mancanza di rispetto nei confronti dell’impegno altrui, dello sforzo, il sangue e le lacrime di chi si è impegnato per imparare. Ora come ora, molti adulti credono che gli artisti siano spaventati dall’IA perché “ci sta rubando il lavoro”, ma il problema non è quello. Il problema riguarda coloro che utilizzano l'intelligenza artificiale in modo scorretto - dovrebbe essere uno strumento di supporto, non la sostituzione del ruolo di un umano.

Capita fin troppo spesso che l’utente medio commissioni ad un artista un qualsiasi genere di opera visiva artistica, pensando di fare qualcosa di giusto, per poi venir ingannati dai sedicenti “artisti AI” che utilizzano questa tecnologia per generare il soggetto della commissione. L’arte è sempre stata un bene di lusso, se uno vuole pagarsi la copertina del libro deve mettere in conto di spendere minimo 300 euro - ovviamente, l’IA sembra un sostituto valido. Il fatto, però, è che il risultato non sarà mai come qualcosa di ottenuto da mano umana. 

La situazione è gravissima. Al momento, la fama di questi “artisti IA” sta mettendo in difficoltà anche coloro che hanno veramente uno stile artistico simile a quello generato artificialmente, e che quindi vengono messi alla gogna da altri nel settore, che ormai non si fidano più. Finché le generazioni non si svecchiano un po’, probabilmente ci saranno sempre persone che non comprendono la gravità della situazione, o che non si rendono conto di come i recenti sviluppi influenzano il panorama dell’arte attuale.

 

Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

C: Cambierei sicuramente la situazione dell’AI, e toglierei l’eccessiva censura applicata al giorno d’oggi; piuttosto, sarebbe il caso di regolamentare meglio le fasce di età, così che gli argomenti affrontati in arte e letteratura possano trovare sempre il target giusto. È ora di smettere di sfociare nel politicamente corretto estremo, questa tendenza va ad uccidere la creatività dell’artista.

Inoltre, penso che sia ora di svecchiare un po’ i musei per smuovere l’arte giovane. Va bene ammirare le opere dei Maestri, ma c’è la necessità di avere la possibilità di vedere qualcosa di più giovane - magari adibendo una stanza per giovani artisti (giovani non inteso come età, ma come anni da cui si pratica l’arte).

Se devo essere sincera, dal futuro dell’arte mi aspetto molto poco. Mi aspetto che sia l’artista, l’utente medio dei programmi d’arte, a smuovere un po’ le acque. Non dico che sia ora di fare rivoluzione, ma mi aspetto una maggiore gestione da parte dei giovani che sanno effettivamente cosa stanno facendo.

 

Y: Che ne pensi della gestione delle artist alleys in fiera al giorno d’oggi? Ci sono esperienze che vorresti condividere con noi?

C: Penso che, nella maggior parte delle fiere italiane, l’organizzazione lasci a desiderare: si vede che coloro “al potere” non hanno interesse a dedicare spazio e tempo agli artisti emergenti. Richiedono prezzi sempre più alti, per poi posizionare gli stand in luoghi dove non passa nessuno - per non parlare di quanto svalutino le candidature degli artisti quando si rendono conto che è la prima volta che richiedono di partecipare ad una fiera. In sostanza, ritengo che venga dato poco spazio e poca attenzione agli artisti, tranne che in rare eccezioni.

L’Alecomics, per esempio, è stata un’esperienza veramente soddisfacente, mi sono trovata benissimo. Per la prima volta, ho avuto modo di vedere un’area artisti interamente dedicata solo all’ambito; era organizzata in modo tale che si potessero conoscere nuove persone, e sono sicura che abbia fatto rendere conto agli spettatori di quanto sia fondamentale avere delle sezioni dedicate a questo aspetto della creatività. Mi si scalda il cuore quando vedo le Artist Alley invase da persone genuinamente interessate, che magari costruiscono anche dei rapporti con gli artisti e si rendono conto di quanto valgano di più le merch create da loro piuttosto di quelle tutte uguali disponibili su Aliexpress in qualsiasi giorno dell’anno.

Purtroppo, ora come ora, molte fiere “grosse” non investono sugli artisti, perché portano meno introiti rispetto a Youtuber e Influencer. 

L’arte è intrinseca in tutto ciò che vediamo e consumiamo, e mi piacerebbe che la gente si soffermasse un po’ di più a guardarsi intorno: tutti i media, i social, i libri, i videogiochi, sono costruiti da qualcuno che ha utilizzato la propria creatività per crearlo.

 

 

Ringraziamo moltissimo Crimson per aver partecipato all'intervista!

Nel caso foste interessati ai suoi lavori, potete trovarla su Instagram come @destiny_rahl.

Per qualsiasi dubbio o quesito riguardante la gestione del Copyright e la tutela delle vostre opere, vi ricordiamo che il team di Rights Chain è sempre a vostra disposizione! Vi auguriamo una buona domenica!

Yako.

 

 

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.