Intervista con @_poiton.k - Il mondo k-pop nel panorama artistico.

Y: Raccontaci un po’ di te e del tuo lavoro, il tuo stile artistico e medium prescelto, qualsiasi cosa riguardante la tua arte che ritieni importante. 

A: Ciao! Mi chiamo Alice, in arte Poiton (non poison, o potion - proprio poiton!). Ho 23 anni, mi ritengo un po’ una bimba rispetto ad altri artisti dell’ambiente. Dico di essere di Torino, ma in realtà abito in mezzo a colline, campi e boschi: il mio paesino è letteralmente composto da una strada e due rotonde. La mia passione per l'arte è nata molto presto: da piccola disegnavo spesso personaggi provenienti dall’universo di Sonic; al tempo andavano di moda vari cartoni animati dedicati a questo franchise e li seguivo tutti religiosamente. Inoltre, devo ammettere che anche le Tartarughe Ninja hanno lasciato il segno sulla mia psiche! Se non si fosse capito, mi sono sempre piaciuti moltissimo i cartoni animati: originariamente avrei addirittura voluto diventare animatrice! Tuttavia, crescendo ho scoperto come funziona veramente l’animazione e cambiato idea, non lo nego.

Disegno principalmente illustrazioni legate al mondo del k-pop, un’altra mia grandissima passione, soprattutto di recente! Purtroppo in Italia sembra mancare un po' di interesse verso questo genere, e ho notato che ci sono veramente pochi artisti che si dedicano all’ambito. Chiaramente disegno anche altro, però considero questo ambiente come la mia massima comfort zone. Considerando il mio passato e i miei interessi nel periodo dell’infanzia, posso dire che non avrei mai pensato di finire a disegnare illustrazioni provenienti dal mondo della musica coreana! Più mi informo su questo argomento, più mi rendo conto di come i gruppi k-pop siano in grado di rendermi felice tramite la propria musica, i set fotografici, le interviste e le interazioni con i fan!

Per quanto riguarda il mio stile di disegno, ammetto di non avere ancora compreso a pieno come funzioni: lo definisco come un semi-realistico arricchito da dettagli ispirati ad anime e manga, come le piccole linee sul naso che richiamano l'estetica di Hirohiko Araki, il mangaka di Jojo’s Bizarre Adventure. Detto ciò, tutto il resto del mio stile è esclusivamente dedicato alla precisione dell’anatomia: una mia grandissima passione, che per anni ho studiato da autodidatta (fortunatamente, mio padre è un dentista e i suoi vecchi libri di medicina sono stati fondamentali durante il mio apprendimento). Conseguenzialmente, posso dire di saper disegnare anche con uno stile estremamente realistico ma, ad essere sincera, non mi entusiasma particolarmente. Ho studiato anatomia per un semplicissimo motivo: adoro la complessità all’interno del processo creativo, penso che saper disegnare elementi particolarmente complessi, per poi riuscire a semplificarli, sia una delle abilità più versatili che un artista possa sviluppare. Prendiamo come esempio lo stile chibi, è necessario riuscire ad equivalere la testa grossa ad un corpo piccino, in modo che sia comunque piacevole esteticamente - così facendo, una volta imparate le proporzioni si può creare ciò che si vuole. Questo argomento mi appassiona non poco!

Al momento lavoro sia in digitale che tradizionale. Anche se non lo pubblico spesso, uno dei miei medium preferiti sono gli acquerelli - l’effetto che creano sulla carta mi fa impazzire. A proposito, al momento mi sto cimentando nella resa del tradizionale tramite mezzi digitali; purtroppo il processo di colorazione in digitale mi porta via troppo tempo, vorrei riuscire ad essere più veloce e, soprattutto, a raggiungere quell’effetto carta che mi piace così tanto.

 

Y: Com’è il panorama dell’arte nel territorio in cui vivi, o da cui provieni?

A: Ritengo questa domanda estremamente utile perché permette di comprendere le diverse opinioni di coloro che vivono in parti diverse dell’Italia. Nel mio bellissimo paesino “rotonda-strada-rotonda”, l’arte non è mai stata vista come un ambito che permette di guadagnare abbastanza per mantenersi, fondamentalmente. Tuttavia, mia nonna è sempre stata la mia supporter numero 1, ci teneva a vedere qualsiasi disegno creassi ed era estremamente contenta di avere una nipotina con una vena artistica così energica! Raccontava sempre della mia passione alle sue amiche, facendo loro vedere i miei disegni; non c’era signora anziana nel paese che non fosse al corrente della mia creatività. La mia famiglia mi ha sempre supportato all’interno di questo ambito, sono stati i primi a spingermi ad inseguire il mio sogno, per quanto siano tutti piuttosto scettici per quanto riguarda il potenziale economico dell’arte, comprensibilmente. Mi ritengo molto fortunata ad avere una famiglia simile! 

Avendo sempre ricevuto supporto (e sopportazione, da piccola ero veramente una bestia, disegnavo su tutti i muri) da parte dei miei genitori, man mano che crescevo abbiamo raggiunto una sorta di tacito accordo. I miei genitori hanno scoperto un’enorme passione per lo sport intorno ai 50 anni, interessandosi alla gara del triathlon e dedicandosi completamente a quest’attività. Naturalmente, io sono diventata la loro supporter e fan Numero 1! Come loro mi sono sempre stati accanto, ora sono io che mi occupo del tifo nei loro confronti: preparo gli striscioni per le gare, li accompagno e li aspetto sempre al traguardo con un grande sorriso.

 

Y: Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte digitale? Come hai cominciato il tuo percorso artistico? Raccontaci del tuo corso di studi. Hai studiato qualcosa di specifico riguardante l’arte o il tuo interesse è nato da altro?

A: In realtà, ho iniziato a sperimentare con il digitale per via di un mio grande interesse, ammiravo molto l’idea di vedere un disegno su uno schermo! Ho  iniziato due anni fa e sto vedendo ogni giorno degli sviluppi, cosa che mi da una soddisfazione non indifferente. All’inizio, il mio stile in digitale era completamente diverso rispetto a quello che adotto tradizionalmente, con il tempo le due estetiche si sono sviluppate fino a raggiungere un punto di incontro.

Ho frequentato un Liceo Artistico composto da una struttura un po’ complessa: i primi due anni erano dedicati ad una preparazione piuttosto ampia (insegnavano geometrica, plastica, arti figurative e altre materie estremamente specifiche), nei tre successivi tre anni, invece, gli studenti erano tenuti a scegliere uno degli indirizzi erogati, tra cui ceramica, architettura, moda o  grafica. Io ho scelto grafica e devo dire che mi è stata estremamente utile! Grazie allo studio di Photoshop, Illustrator e Indesign posso assicurarvi che adesso la mia vita creativa è molto più semplice. Il percorso che ho intrapreso durante gli anni del liceo è stato veramente un enorme pozzo di conoscenza - mentre lo frequentavo la mia opinione non era così positiva, ovviamente, però adesso sono convinta che sia stata una scelta perfetta per il futuro che mi sto costruendo. Inoltre, durante il secondo anno ho attraversato un periodo abbastanza complesso, motivo per cui sono stata bocciata. Per quanto sia stato un incidente di percorso, l’ho ritenuta un’esperienza estremamente utile - ho occupato il tempo a casa studiando anatomia, come menzionavo prima, e una volta tornata a scuola ho avuto modo di recuperare tutto ciò che avevo perso precedentemente.

Successivamente, mi sono iscritta alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, frequentando il corso di Illustrazione per tre anni e trasferendomi in città con mio fratello. Mi sono trovata veramente benissimo! Inoltre, essendo che il corso ospitava pochi studenti, c’era sempre spazio per tutti. Sono estremamente soddisfatta di questo percorso, ho visto dei grossi miglioramenti e ne sono molto orgogliosa. Da gennaio riprenderò a studiare nello stesso istituto e frequenterò un corso di Character Design - creare personaggi mi entusiasma moltissimo e mi da sempre una scarica di serotonina.

 

Y: L’arte è un ambito impegnativo, seppur estremamente soddisfacente. Che impatto ha avuto sulla tua vita fino ad ora?

A: L’arte è un po’ come la mia ancora di salvezza, la comfort zone in cui sto bene e che mi permette di esprimere ciò che voglio: pensieri o opinioni che magari non riesco fisicamente a dire a voce alta. Sono una persona piuttosto introversa e non nego che parlare mi venga abbastanza difficile, disegnare, invece, mi da la spinta che mi permette di comunicare con il prossimo! 

Dal punto di vista sociale, inoltre, l’ambiente artistico mi ha dato l’occasione per costruire forti legami con molte persone, e mi ha messo nella condizione di conoscere sempre più gente. Grazie a questo mondo ho conosciuto il mio attuale ragazzo, con cui sto da 8 anni, e una delle persone più care a me, che ormai conosco da 10 anni e che ho incontrato in uno di quei meravigliosi gruppi online dedicati al disegno. L’arte mi ha spinto a creare la piccola combriccola che mi da gioia ogni giorno! Avere queste persone accanto, conosciute tramite l’arte, mi ha cambiato completamente. Sono veramente grata di aver avuto modo di legare intrinsecamente la creatività alla mia vita di tutti i giorni.

 

Y: Che piattaforme utilizzi per promuovere il tuo lavoro? Credi che debbano essere sistemate e migliorate in alcun modo?

A: Per promuovere il mio lavoro utilizzo principalmente Twitter/X. Essendo un’artista che si occupa del mondo k-pop, la piattaforma più indicata è sicuramente questa, dato che è la prediletta dei fan e delle agenzie che lavorano nell’ambito. Nonostante i recenti problemi algoritmici, mi trovo veramente benissimo e lo uso spesso, ottenendo anche una discreta attenzione da parte degli utenti! Inoltre, le interazioni sono carinissime e la maggior parte dei fan sono veramente dei tesori. Per quanto riguarda altre piattaforme, uso ancora Instagram, Tumblr e Telegram. Instagram lo uso esclusivamente perchè è il più utilizzato dalla maggior parte delle persone, purtroppo non mi piace particolarmente, necessità di troppa attenzione per fare in modo che l’algoritmo funzioni. 

Ho aperto Tumblr da poco e finora mi sono trovata bene! Mi capita spesso che vecchie illustrazioni ottengano improvvisamente attenzione e ricomicino a girare, e sinceramente mi diverte moltissimo vedere questo fenomeno!

Inoltre, adoro tantissimo i canali di Telegram! Penso di essere stata una delle prime persone ad averne uno e sono veramente entusiasta di come si siano sviluppati, permette di avere ancora più interazioni con gli utenti, e sono interazioni vere e proprie!

 

Y: Hai mai avuto problemi riguardanti il copyright e la sua gestione? 

A: Per fortuna, no! E spero di continuare così. 

Purtroppo ho il sentore che man mano che gli artisti crescono (a livello di numeri online) e ottengono attenzione, la possibilità che le opere vengano rubate, rivendute e spacciate per proprie aumenti esponenzialmente. Avendo visto l’esperienza di altri artisti, sono al corrente di quanto sia grave la situazione. Mi auguro di non viverla più, ma al giorno d’oggi è praticamente impossibile evitare questo genere di difficoltà. Detto ciò, ricordate che prevenire è meglio che curare: tutelatevi prima che accada qualcosa!

Durante l’ultimo anno della Scuola Internazionale di Comics, dei ragazzi di un collettivo di artisti sono venuti a presentare un approfondimento dedicato al funzionamento del Copyright e del rapporto tra arte e Intelligenza Artificiale, il che ha reso l’intero ambiente molto più chiaro, almeno per me. Difatti, ritengo che si dovrebbe aumentare la frequenza di lezioni e seminari dedicati a questo genere di informazioni all’interno delle Istituzioni - è di fondamentale importanza fare in modo che gli studenti siano al corrente di come tutelarsi di fronte a situazioni simili.

 

Y: Sei favorevole all’uso della tua arte da parte delle Intelligenze Artificiali per arricchire il loro database?

A: La mia opinione è abbastanza negativa a riguardo. Purtroppo, essendo un ambito così ampio è fondamentale imparare dove mettere le mani: informarsi il più possibile è imperativo per comprendere come funziona questo ambiente e non rischiare di commettere errori irrecuperabili. Sinceramente, non voglio che la mia arte sia disponibile all’interno di questi database ma, e sottolineo “ma”, se ci fosse il modo di rendere questa tecnologia esclusivamente ad uso privato e interno, come studio personale o creatore di reference, lo accetterei. 

Il problema più grave sorge quando si tratta di sedicenti “artisti” che vendono stampe o articoli figuranti disegni prodotti da un software di intelligenza artificiale, ovviamente addestrata tramite opere di artisti veri e propri che non hanno dato la propria autorizzazione. Questo comportamento è completamente inaccettabile. 

Se lo strumento fosse utilizzato in modo etico e corretto, non nego che diventerebbe una risorsa notevole.

 

Y: Cosa cambieresti del panorama artistico attuale se potessi? Cosa ti aspetti dal futuro dell’arte?

A: Vorrei semplicemente che ci fosse più comunicazione tra le grandi aziende e i piccoli artisti, più comunicazione e trasparenza. Vorrei che l’informazione si diffondesse e raggiungesse anche coloro che non hanno mai avuto esperienze nell’ambiente: ci vuole un po’ di cambiamento, un po’ di pepe! Penso sia fondamentale dare a tutti l’opportunità di mettere piede in questo mondo, anche dal punto di vista lavorativo e professionale. 

Vorrei che questo ambiente fosse più valorizzato dal punto di vista sociale e culturale, gli artisti non devono continuare ad essere sfruttati o sminuiti per il lavoro che svolgono. Ciò che creiamo non è “un disegnino”, è un lavoro come gli altri e deve essere riconosciuto e rispettato come tale. Penso sia di fondamentale importanza fare in modo che la gente si renda conto dell’enorme valore che ha questo ambito.

 

Y: Che ne pensi della gestione delle artist alley in fiera al giorno d’oggi? Ci sono esperienze che vorresti condividere con noi?

A: Ci sono alti e bassi, ovviamente, come in tutte le cose - se fosse tutto rose e fiori vivremmo in un’utopia. Esistono delle fiere che forniscono lo spazio adatto agli artisti, che riescono a valorizzarli in modo appropriato e che non mettono in ombra nessuno. Purtroppo, ci sono anche quelle fiere che invece vedono gli artisti come “un fastidio”: li posizionano in posti difficili da raggiungere, di bassa qualità, e gli organizzatori non si preoccupano neanche lontanamente di dare un’occhiata alla zona per accertarsi che stia procedendo tutto secondo i piani.

Al contrario, quando le fiere valorizzano gli artisti e li posizionano all’entrata della fiera stessa mi rendo conto che i gestori tengono all’organizzazione dell’area e ad un suo potenziale esito positivo! È ciò che conferma l’umanità dietro agli organizzatori dell’eventuale evento in questione.

Parlando temporaneamente come visitatrice, vi assicuro che frequento le fiere solo ed esclusivamente per visitare l’artist alley. La possibilità di conoscere altri artisti di persona, fare amicizia e poterli incontrare in carne ed ossa, è ciò rende valido il prezzo del biglietto, non lo nego. Passando tempo nelle zone dedicate agli artisti è inevitabile che si creino dei legami veri e propri con le altre persone presenti - siamo tutti piccoli sognatori che vogliono mostrare, o comprare, articoli prodotti da una mente affine alla nostra. Non mi interessano i soliti cento stand che vendono sempre gli stessi prodotti contraffatti, o comprati su Aliexpress e rivenduti, senza offrire alcun tipo di interazione umana se non la compravendita.

Detto ciò, finora ho fortunatamente vissuto solo esperienze positive, ma grazie al rapporto con altri artisti ho avuto modo di scoprire di vicende altrui e sviluppare una sorta di lungimiranza per quanto riguarda questo ambito. Sono riuscita ad evitare quelle fiere che hanno una brutta reputazione a riguardo della gestione delle artist alley, evitando questi problemi. 

 

 

Ringraziamo moltissimo Alice per aver partecipato all'intervista!

Nel caso foste interessati ai suoi lavori, potete trovarla su Instagram come @_poiton.k.

Per qualsiasi dubbio o quesito riguardante la gestione del Copyright e la tutela delle vostre opere, vi ricordiamo che il team di Rights Chain è sempre a vostra disposizione! Vi auguriamo una buona domenica!

Yako.

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.