Influencer e Reputazione: metteresti a repentaglio la tua reputazione per promuovere una frode?

  • 2022-08-31
  • Yako
  • Artisti

L’influencer è, per definizione, un personaggio di successo, popolare nei social network e in generale molto seguito dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico. Quest’ultimo punto richiede particolare attenzione, in quanto dimostra il potere in mano ad alcune personalità di spicco: la maggior parte tende ad usarlo in maniera impropria, arrivando addirittura a questioni legali e accuse di frode, ma che purtroppo spesso non giungono a conseguenze vere e proprie.

Animoon

È il caso di Jake Paul, uno youtuber statunitense che, oltre ad avere ricevuto varie accuse legali, ha partecipato e pubblicizzato il progetto NFT “Animoon”. Scomparso dalle piattaforme social giusto il mese scorso, Animoon sarebbe dovuto essere un gioco P2E (pay-to-earn), basato sull’acquisto di NFT (non-fungible tokens) sottoforma di carte virtuali. Tra quest’ultime ci sarebbero state 15 carte leggendarie che promettevano di fruttare 2500 dollari al mese per sempre, fino alla fine della loro esistenza. Millantando di avere una partnership direttamente con Pokèmon, in quanto le illustrazioni sulle carte sembravano ricolorazioni di bassissima qualità delle mascotte che tutti noi conosciamo, i creatori di Animoon hanno promesso fumetti, un progetto segreto con Netflix e giveaways internazionali - per poi effettuare l’ennesimo rug pull: un modo per pompare il valore del token o della cyptovaluta, creando entusiasmo a riguardo, ma vendendo tutto prima che il prezzo crolli a zero. Cancellando il sito, l’account twitter e il server discord, il team del progetto ha rubato $6.3 milioni ai propri investitori; senza aver mai intrapreso lo sviluppo del gioco originariamente promesso.

Pixelmon

Restando sempre sulla falsa riga del franchise di Pokèmon, si può parlare quindi di “Pixelmon”, pubblicizzato come il più grande gioco NFT mai esistito e che mai esisterà. In sostanza, si tratta di un RPG open-world nel Metaverso, in cui allenare, scambiare e far evolvere i propri Pixelmon. La demo del gioco riscosse un ingente successo, spingendo gli investitori a supportare il progetto e raccogliendo così più di 70 milioni di dollari. Forgiando (o, nel gergo, “mint-ando”, ovvero creando i token nella blockchain) gli NFT, coloro che avevano supportato il progetto avrebbero dovuto ricevere effettivamente dei Pixelmon, degli esserini da utilizzare nel videogioco. Non andò esattamente come previsto: un cliente non ricevette nulla se non uno spiazzo di erba.

Si scoprì successivamente che il team dietro a questo progetto in realtà non esisteva, si trattava solo di un ventunenne senza alcun tipo di esperienza in game design. Per correttezza, quest’ultimo spiegò poi che “Pixelmon” sarebbe stato sviluppato in concomitanza con l’entertainment studio Magic Media. Tutto bene quel che finisce bene, no?

Sarebbe così, se non fosse che il creatore di Pixelmon collaborò con alcuni artisti freelance all’inizio del progetto, commissionando loro delle modifiche ad alcuni assets di Unity, per poi inserirli all’interno della demo del gioco. Inoltre, il leader del progetto decise di commissionare del materiale promozionale per Pixelmon ad alcuni artisti sulla piattaforma “Fiverr” - gli artisti coinvolti non vennero mai avvisati che i loro lavori sarebbero stati inclusi in un progetto NFT.

Diritti d'autore e furti digitali

Si comincia a vedere un pattern all’interno di questi progetti: in un modo o nell’altro la divisione artistica ne risente, che sia perché gli artisti non sono a conoscenza delle proprie opere trasformate in NFT, o che sia perché vengono utilizzati dei lavori protetti da copyright ma deliberatamente modificati. Il danno che questa pratica causa è ingente, soprattutto quando si tratta di creators con un seguito di piccole dimensioni, in quanto spesso non posseggono le misure per proteggersi. La prospettiva di partecipare ad un progetto NFT, e quindi di poter teoricamente guadagnare qualcosa in più dalla propria arte, è giustamente molto invitante; ma le conseguenze di questa decisione possono essere molto più gravi del previsto. Moltissimi artisti hanno vissuto in prima persona questo genere di situazioni, impiegando tempo, risorse e dedizione per un progetto, senza poi ricevere né un pagamento per il proprio lavoro, né il riconoscimento della propria partecipazione. Scam, frodi e truffe sono ormai all’ordine del giorno nel mondo delle criptovalute.

Seth Green e Bored Ape Yacht Club

Un caso curioso è quello di Seth Green. Il producer americano aveva originariamente annunciato il proprio progetto dedicato ad un’animazione riguardante l’universo NFT, utilizzando come personaggio principale la figura chiamata “Bored Ape”, membro numero #8398 di una collezione di NFT di fama mondiale. L’attore racconta che, pochi giorni prima della convention, gli fu rubato il protagonista stesso: il “Bored Ape” in proprio possesso. Grazie alle indagini si scoprì che l’NFT fu comprato dallo user @DarkWing84, alias di un collezionista conosciuto come Mr.Cheese. Fortunatamente, all’inizio di Giugno giunsero buone nuove, annunciando che Bored Ape #8398 era di nuovo nelle mani del possessore originario, Seth Green.

Tai Lopez

C’è anche chi affronta l’argomento NFT con metodi differenti, come ad esempio l’imprenditore e influencer americano Tai Lopez, che ha optato per la creazione di NFT “utility”. Quest’ultimi, a differenza delle opere artistiche digitali di grande fama nell’ultimo periodo, sono una sorta di pass per una possibilità di vivere delle esperienze con Tai Lopez stesso: che sia guardare un film o giocare a basket. Inoltre, la sua grande invenzione sta nel progetto “The Original Garage Social Club”: diviso in 3 tier diversi, offre corsi specifici e una membership esclusiva ad un hotel, un ristorante ed un club creati appositamente per gli acquirenti dell’NFT in questione.

Sfortunatamente per Tai, gli investitori del progetto si aggirano solo intorno a 500 persone, costringendo teoricamente il Signor Lopez a costruire un hotel, un ristorante ed un club solo per un ristretto numero di clienti. Un influencer sembra essersi imbattuto nelle conseguenze delle proprie azioni, per quanto minime.

OpenSea & Inside Trading

Ciononostante, in passato ci sono stati degli eventi specifici che hanno influenzato il mondo NFT e delle criptovalute, specialmente a causa delle persone coinvolte. Nate Chastain, l’executive della piattaforma per trading di NFT “OpenSea”, è stato accusato di frode telematica e riciclaggio di denaro a seguito di un insider trading scheme. Ogni volta che lanciavano un NFT sulla piattaforma e il valore di questo esplodeva, Chastain effettuava il proprio trading prima che potesse raggiungere i clienti di OpenSea, assicurandosi così ingenti guadagni. Questo dimostra che le conseguenze prima o poi raggiungono coloro coinvolti, ma sembra che quando si tratta di influencer “d’alto rango”, questo avvenga più poi che prima.

A causa di progetti del genere, l’immagine degli eventuali influencer coinvolti potrebbe essere messa completamente a repentaglio: partecipare a iniziative simili richiede mettersi in gioco, seppur non significhi che i risultati ottenuti saranno positivi. La reputazione delle personalità online partecipanti rischia ovviamente di rovinarsi, che sia per l’utilizzo di una valuta così controversa come l’Ethereum o gli NFT, o che sia per l’utilizzo improprio del lavoro altrui. Coloro solitamente influenzati negativamente da questa mancanza sono gli artisti - motivo per cui i creator di progetti del genere dovrebbero mettere in chiaro fin dall’inizio che i lavori loro richiesti verranno utilizzati in tali iniziative, lasciando così la scelta di partecipare o meno all’artista coinvolto.

Come comportarsi allora?

Spesso i content creator o influencer ricevono opportunità di collaborazioni o di promozione di prodotti, progetti o iniziative dietro compenso. Rappresenta una fonte di reddito per il creator e non c'è nulla di male in questo, tuttavia con l'aumentare delle iniziative basate su crypto, NFT o anche startup innovative il rischio di intaccare la propria reputazione aumenta. Il nostro suggerimento è quello di fare una revisione del progetto per comprenderne la qualità e validità prima di promuoverla oppure, perché l'errore può sempre capitare, avere un piano per rimediare al pasticcio qualora si verificasse.

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Riferimenti

 

A proposito dell'Autore o Autrice

Yako

Yako

Articolista, (Lui/Loro)

Content Creator in ambito cosplay, gaming e animazione. Con un diploma in lingue straniere e una grande passione per la cultura orientale, scrive di diritto d’autore per proteggere i lavori di artisti e giovani menti. Cosplayer dal 2015, Yako è un sostenitore dell’identità di genere e dello sviluppo della propria creatività tramite attitudini personali: che siano giochi di ruolo, cosplay o scrittura.