Il Parlamento europeo appoggia i filtri di upload e la link tax

Il Parlamento europeo ha finalizzato la propria posizione riguardo la controversa riforma sul copyright. Hanno votato per apportare delle modifiche di tipo puramente cosmetico ai piani per i filtri di upload e per la "link tax".



Risultato finale del voto: 438 favorevoli, 226 contrari, 39 astenuti

 

La decisione di oggi rappresenta un forte colpo all'Internet libero. Con l'approvazione di nuovi limiti legali e tecnici su cosa si può e non si può postare e condividere online, il Parlamento europeo sta mettendo i profitti delle aziende davanti alla libertà di parola e abbandonando quei principi di lunga data che hanno reso l'Internet ciò che è oggi.

La versione del Parlamento dell'articolo 13 (366 a favore, 297 contrari) intende rendere tutte le piattaforme Internet, tranne le più piccole, responsabili di qualsiasi violazione del copyright commessa dai loro utenti. Questa legge non lascia a siti e app altra scelta che installare filtri di upload soggetti ad errori. Qualsiasi cosa intendiamo pubblicare, dovrà prima essere approvata da tali filtri e significa che anche contenuti perfettamente legali come parodie, meme e simili, finiranno nel mirino dei filtri.

La versione dell'articolo 11 adottata (393 a favore, 279 contrari) permette la riproduzione gratuita unicamente di "singole parole" tratte da articoli giornalistici, anche nei collegamenti ipertestuali - seguendo da vicino una legge già esistente in Germania. Cinque anni dopo l'entrata in vigore della 'link tax' in Germania, nessun giornalista o editore ha guadagnato un singolo centesimo, le start-up nel settore news hanno dovuto chiudere e i tribunali stanno ancora cercando di risolvere l'incertezza su dove tirare la riga dal punto di vista legale. Lo stesso pantano si ripeterà a livello europeo - non è stato portato alcun argomento a dimostrazione del contrario, a parte pie illusioni.

Il Parlamento ora avvierà i negoziati finali con il Consiglio rappresentando i governi degli stati membri. Purtroppo, tutte le preoccupazioni di accademici, esperti e utenti Internet che nel luglio scorso portarono al rifiuto della direttiva, sono ancora validi. A meno che i filtri non vengano esplicitamente esclusi nei negoziati, le proteste pubbliche continueranno a crescere e l'intera Direttiva potrebbe essere rifiutata ugualmente nel voto finale prima delle nuove elezioni europee dell'anno prossimo.

Rimanete collegati per un paragone tra le posizioni del Consiglio e quelle del Parlamento riguardo gli articoli.

Articolo tradotto dall'originale pubblicato in inglese dall'Europarlamentare Julia Reda: https://juliareda.eu/2018/09/ep-endorses-upload-filters/

 

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